Messaggio da Maria Elena Ferrara

Pubblichiamo di seguito un messaggio inviatoci dalla candidata Maria Elena Ferrara.

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Ho 29 anni (anche se sono più vicina ai trenta…) e sono medico da quasi 6; ora frequento l’ultimo anno di specializzazione in una branca della medicina che ritengo bellissima, ma ahimè poco redditizia per quanto riguarda la professione privata, il che vuol dire che una volta diventata specialista inizierò l’iter dei concorsi e delle selezioni, ergo, dopo una fase “protetta” nel passaggio da scuola ad università, e da università a specializzazione, diventerò anch’io…PRECARIA! La parola quasi mi atterrisce! (che poi se uno ci pensa, a questo mondo precari lo siamo un po’ tutti per un motivo o per un altro)…
Io però non voglio nascondermi dietro un dito, infatti sono ben consapevole del fatto che noi medici siamo una categoria “privilegiata” di giovani lavoratori (almeno per il momento) perché tra concorsi, selezioni, assunzioni in strutture private, turni di guardia o sostituzioni nell’ambito della medicina di base, qualche soldo riusciamo a portarlo a casa a fine mese.
Al contrario ho diversi amici laureati come me, bravi nel loro campo come posso esserlo io nel mio, che hanno scelto facoltà differenti e seguito quindi altri percorsi , e che nonostante tutta la fatica, l’impegno e i concorsi superati e vinti, sono ancora in attesa di una chiamata, del rinnovo dell’ennesimo contratto a tempo determinato o della manna dal cielo.
Si possono dire cose già sentite come “ noi siamo la prima generazione dal dopoguerra ad avere meno dei propri genitori” o simili, e molto probabilmente è vero, perché anche se ora questa “crisi” può non colpirci tutti, con le generazioni successive le cose peggioreranno sempre di più .
Queste però sono cose abbastanza ovvie.
La cosa un po’ meno ovvia invece è la diretta conseguenza di tutto ciò: nessuno reagisce, o meglio nessuno ha  voglia di fare qualcosa..io credo che, oltre ad essere una generazione un po’ sfigata per colpa di mille situazioni contingenti, siamo anche una generazione cresciuta con la convinzione che le cose prima o poi sarebbero arrivate, e noi stiamo li ancora ad aspettarle!
Il tempo delle attese è finito, ora bisogna aprire gli occhi e svegliarsi!
Il punto centrale siamo NOI: se noi per primi non ci prendiamo cura del nostro futuro, perché la cosa dovrebbe preoccupare qualcun altro?
Non possiamo stare seduti ad aspettare qualcosa che ci sarà negato (vedi accozzi vari o raccomandazioni di sorta per quei pochi posti ancora disponibili) o che non ci sarà mai dato (vedi ospedali e aziende che chiudono, poche opportunità per le imprese giovanili, finanziamenti non a tasso 0…ma proprio 0 finanziamenti) ; piangerci addosso non è più un’opzione da prendere in considerazione, bisogna VOLER cambiare le cose, DOBBIAMO cambiare le cose!
Scrivo tutto questo per un semplice motivo: io ho passato davvero tanto tempo a lamentarmi per come andavano le cose, e ho aspettato che arrivasse il momento per provare realmente a cambiarle…perché non farlo tutti  insieme?
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