Cagliari universitaria

CAMPUS UNIVERSITARIO
Il campus di viale La Plaia è un altro dei grandi misteri cagliaritani; ancora vaghe sono le giustificazioni addotte dal centrodestra per impedirne la realizzazione. Parlando di studenti bisogna fermarsi un attimo a fare due conti. Sono 918 i posti letto messi a disposizione dall’Ersu.
GLI STUDENTI FUORI SEDE SONO CIRCA 19000.
Di questi, circa 5.000 hanno contratti regolari, i rimanenti hanno contratti in nero. Dobbiamo inoltre pensare di aggiungere a questi dati la parte di neo-laureati che decidono di rimanere a Cagliari per cercare lavoro, e dobbiamo pensare che questa quota si stratifica nel corso degli anni.
Noi siamo favorevoli al campus universitario, proprio dove era stato pensato in viale La Plaia: perché in questo modo si “svecchierebbe” la città, dando la possibilità agli studenti di viverla veramente, di vivere al centro, di spostarsi a piedi.
Il campus diffuso non è una soluzione, perché è troppo alto il numero di studenti che ha bisogno di un posto letto; a questo proposito bisognerebbe anche fare un censimento per capire dove vivano maggiormente gli studenti in maniera tale da potergli offrire dei servizi migliori (linee dell’autobus, servizi sportivi, biblioteche).
Escludere il campus diffuso non vuol dire non usare altri possibili spazi: riuscire ad esempio a ospitare alcune centinaia di studenti in edifici ora vuoti in Castello (ad esempio l’ex convento delle suore), rivoluzionerebbe il quartiere facendolo veramente tornare a vivere.
CONTATTI CON LE ASSOCIAZIONI STUDENTESCHE
Sarebbe anche importante attivare i contatti con le associazioni studentesche, capire di cosa abbiano bisogno: parlando con gli studenti ci sono infatti stati proposti alcuni problemi pratici.
Ad esempio come utilizzare al meglio gli spazi che ci sono per studiare: le biblioteche spesso fanno degli orari corti, e quando si è provato a chiedere un allungamento dell’orario o una maggiore flessibilità, l’unica risposta è stata che allungando l’orario di apertura, in realtà le studentesse non si sentono poi sicure a rientrare a casa.
Il Comune deve pensare a ciò garantendo la sicurezza: se la biblioteca apre fino alle 22, il Comune si deve occupare di garantire una buona illuminazione. O ancora, aumentare gli spazi disponibili per studiare e permettere un maggiore incontro fra studenti cagliaritani e studenti fuori sede, individuare i luoghi di aggregazione e poi pensare come collegarli nel modo più efficiente, permettere un allacciamento alla fibra ottica a basso costo.
RISORSA UNIVERSITÀ
La categoria studente universitario non è contemplata dalla città: basta osservare, ad esempio, le linee che collegano i diversi quartieri alle università e quanto tempo venga sprecato per percorrere anche le brevi distanze (da segnalare anche che la qualifica di “studente universitario” termina con l’estate e dunque gli abbonamenti non sono più validi). Garantire una maggiore concertazione Comune/Provincia/ Regione: per quanto riguarda i trasporti, non si può che pensare a Cagliari nel suo insieme, quindi all’area vasta. Rendere il trasporto pubblico più efficiente vuol dire riconoscere il diritto alla mobilità a tutte le categorie (non solo studenti, ma anche lavoratori,anziani o diversamente abili).
Gli studenti, infine, possono compiere dei tirocini e lavorare in spazi culturali, così da arricchire la loro formazione e offrire un servizio alla città. Allo stato attuale Cagliari non è identificabile come città universitaria; questo perché i 35000 studenti che la abitano non sono stati mai considerati una risorsa, nonostante costituiscano una buona fetta dell’economia cittadina e arricchiscano culturalmente e col loro entusiasmo giovanile una città che troppo spesso si fa percepire come vecchia e distante
TRASFORMARE CAGLIARI IN UNA CITTÀ UNIVERSITARIA RICHIEDE UNA PROGETTAZIONE COMPLESSA, MA, A MONTE DI QUESTO, LA VOLONTÀ DI FARLO.

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